Primo Gennaio 2018
Il primo gennaio: tutte le verità sul tuo prossimo primo dell'anno
Leggende sul primo gennaio: anno nuovo, vita nuova
Ogni anno, per il primo dell’anno ci si pone un sacco di obiettivi.
I più ottimisti li chiamano “buoni propositi”. E credono fermamente di portarli tutti a termine nel corso dell’anno a venire.
I realisti più realisti sanno che si tratta più che altro di desiderata per il un futuro che già definire prossimo è un atto di ingiustificato ottimismo.
Coscienti o meno di mentire a sé stessi, tutti, ma proprio tutti, vedono nel nuovo anno la panacea ad ogni peccato commesso da fine Novembre in su.
Inizio di un nuovo stile di vita, di un nuovo atteggiamento, di un nuovo approccio all’esistenza, di una nuova personalità-coscienza-essenza; punto di partenza per trasformarsi nella sportiva/cuoca/ballerina/lap-dancer/equilibrista che si è sempre sognato di essere; trampolino di lancio per la presentazione al mondo intero della propria metamorfosi e del proprio svolazzare come farfalle…
Al primo gennaio fare il proprio ingresso con un minimo di ansia da prestazione e non essere, proprio proprio da subito, alla portata delle aspettative, pur mettendoci tutta la sua buona volontà, potrebbe quanto meno esser perdonato.
Aspettative sul 1 gennaio
Quando ci si immagina il proprio futuro prossimo, e ci si visualizza di lì a pochi giorni, all’inizio dell’anno nuovo, non ci si immagina una versione sfatta del proprio sé.
Che sia perché si rimuova involontariamente il collegamento fine Capodanno alias Inizio nuovo anno, che sia perché per amore proprio preferiamo sorvolare su bazzecole secondarie come possibili hangover, trucchi colati e volti devastati, che sia per puro e semplice egocentrismo, ciascuno di noi tende ad immaginare il proprio sé futuro come una versione migliorata (e infighita) del proprio io presente.
Anche quando “futuro” è a meno di mezz’ora da ora.
Anzi. Quello spazio temporale, anche minimo, che ci separa dall’ora all’allora, è il lasso di tempo miracoloso che tutte noi aspettiamo per trasformarci da papere in cigni, e traspirare fascino e meraviglia, tra una scossa di capelli di qua e una scossa di capelli di là.
Quella proiezione del nostro io futuro è ciò che ci serve per visualizzare in un lasso temporale minimo tutto ciò che non siamo riusciti ad essere in 365 giorni o cercare di cancellare il nostro essere di quei 365 giorni in quel mini lasso temporale.
Quindi eccoci lì, questo famigerato primo gennaio, fresche, vaporose, petalose. Sorridenti. (Come) fresche di parrucchiere.
Smagrite, tonificate, abbronzate, Belen-ificate.
Adagiate, leggiadre come piume, con quella nonchlanche che solo AD riesce a far apparire naturale su una chaise long davanti al camino.
Mattiniere, perché è evidente dalla luce radiosa del sole che sia primo mattino. E sia bel tempo. O sia un brutto tempo luminoso.
E che comunque, qualsiasi sia il tempo, non interferirà minimamente con l’inscalfibile ottimismo della novella Polyanna che c’è in voi, pronta a costruire imperi e crescere montessorianamente nidiate di pargoli urlanti, con un’energia che Maria di Tutti insieme appassionatamente al confronto pare la mummia di Nefertiti.
Realtà sul primo gennaio
Non fosse che poi il futuro prossimo arriva. E ti tocca cominciare a spostare l’entrata in scena del tuo io immaginario un pelino più in là. Magari ancora un tantino. Che è sta fissa per il primo gennaio, in fondo cosa sarà un giorno nella scala di vita di un uomo? Non siamo così ottusi. Si dice dall'anno prossimo, non dal primo giorno dell'anno prossimo, no? Vuoi che di 365 giorni io mi debba rovinare proprio il primo?
Del resto, come è impossibile trasformarsi da semplice fanciulla mortale a immortalata fanciulla su AD in un giro di Rolex, è abbastanza utopico pensare di poter recuperare in meno di 5-6h di sonno tutto ciò che non abbiamo fatto in 365 giorni e che abbiamo cercato di condensare, o annegare nell’alcool in una sola notte.
Quando non puoi combatterli unisciti a loro.
Che, chiosato da Bridget Jones suona un po’ più come:
Non credo che i propositi per l’anno nuovo si possano mettere in pratica fin dal primo giorno. È un problema tecnico, non trovi? Visto che Capodanno è un’estensione del veglione, i fumatori sono ancora sull’onda del fumo e non ci si può aspettare che, con tutta la nicotina che hanno nell’organismo, smettano improvvisamente di fumare all’ultimo rintocco della mezzanotte.
Anche cominciare una dieta il giorno di Capodanno non è una buona idea, perché non si può mangiare razionalmente, ma si deve essere liberi di consumare quel che è necessario momento per momento, per alleviare il mal di testa. Trovo che sarebbe più ragionevole attenersi ai nuovi propositi a partire dal due gennaio.
Primo Gennaio, ovvero The Day After
Ossa rotte, il ronzio nelle orecchie e la sensazione di trovarvi in un remake splatter dello spot del digestivo Brioschi, con tanto di cinghiale scalpitante più nello che sullo stomaco. Spaesamento, malessere, fastidio. E poi, la luce…
Eccola riemergere pian piano, la coscienza, pronta a mettere a fuoco piccoli sprazzi di realtà circostante, pezzi di puzzle che pian piano si compongono in un disegno generale, che, terrificantemente, ti porta alla drammatica conclusione che no, a dispetto della simpatica ascia che sicuramente ti sta trapassando il cervello non sei morta.
È il primo gennaio e sei in hangover.
Il che comporta che tutte le sconsiderate azioni che in caso di una tua dipartita avrebbero potuto contribuire ad una tua giovane idealizzazione, sono lì, sotto gli occhi di tutti, prossime a diventare la fonte dei prossimi 364 giorni di umiliazione.
Consapevole del fatto il come ti senti dentro può essere solo un’ottimistica anteprima di come appari fuori, saresti tentata di ignorare il resto del mondo, rimandare l’inizio di una nuova vita, una nuova te, un nuovo karma e un nuovo stile di vita sano e naturalista e chipiùnehapiùnemetta di almeno 24h.
Non fosse che la sveglia suona. Il cane abbaia. Il fidanzato pare non-pervenuto. I bambini sono immotivatamente convinti ci sia qualche motivo di felicità al mondo. La parentela ti aspetta per pranzo.
Il nuovo anno è già una sola.
La dura realtà: come sopravvivere con classe al primo gennaio
L’ultimo rintocco di mezzanotte è suonato mentre ancora eri convinta che si fosse agli esordi di un nuovo domani, fatto di fegati auto-rigenerantesi e sonni botulinanti.
Il primo tocco che ti perfora i timpani è quello della sveglia che, a dimostrazione che quella di Cenerentola è una grandissima pagliacciata, non fa che confermarti che se ti ritrovassi vestita di stracci e coperta di avanzi di zucca, avresti comunque un aspetto migliore della tizia allucinata che fissi, imbambolata, allo specchio.
Tizia sei tu. Con tanto di trucco colato e capello spiaccicato, un incrocio tra Mortisia e un panda (in brutto), piena dei rimasugli sparsi di quelli che potrebbero benissimo essere rimasugli di trucco dorato, preziosissime paillettes della sobrissima giacca sulla quale vi siete addormentate o, più probabile, resti dell’esplosione pirotecnica della palla stroboscopica.
Sai cosa avresti dovuto fare. E non lo hai fatto. Quindi inutile passare la giornata a fustigarti pensando a quanto faccia male andare a letto truccate (era già difficile centrare un letto di 2mx2, figuriamoci una faccia), o a quanto sarebbe stato meglio essere un tantino meno brillanti e intervallare tutte quelle bollicine con un po’ di acqua naturale. Non hai frutta fresca in casa, o latte appena munto, o limone fresco da centrifugare o nessuno dei favolosi rimedi fai-da-te che dovrebbero condurti dall’infernale mondo dell’esorcismo al meraviglioso mondo della pace gastro-intestinale.
E anche se li avessi…
Bere un bicchierone di latte appena sveglia, dopo aver eroicamente resistito alla nausea tutta la notte? Ma perché???
Essendoti già portate avanti sbagliando più o meno ogni mossa tra quelle suggerite dalle guide “repijate” a tempi di record entro primo gennaio, rimane poco (o molto) da fare:
1. Igiene: devasta sì, sporca no.
Un passo indispensabile per presentarsi al mondo e recuperare parte del senno, e lavare via di dosso la puzza di fumo, abre magic, birra (quello addetto a rovesciarti la birra addosso c’è sempre), sentore di meraviglioso profumo ormai indecifrabile e fragranze non identificabili, è una sana doccia calda. Con sapone. Sfregando.
2. Metteteci la testa: il viso
Se il resto del corpo può in qualche modo essere camuffato, il volto, per almeno i ¾ della sua superfice, deve essere mostrato. Occhialoni da diva, foulard, finti nei disegnati possono ridurre di qualche cm la percentuale di pelle esposta, ma non si scappa: quella cosa sopra il collo te la porterai in giro per tutto il giorno.
Quindi arrotolarsi le maniche e frizionare con tonico, spruzzata di acqua termale, detergente e maschera idratante. Oppure spalmarsi addosso qualsiasi campioncino dal nome accattivante che prometta qualche sorta di miracolo.
3. A me gli occhi
Il primo gennaio è per eccellenza il giorno dell’occhio vacuo, pertanto no panic. Ma se inespressivo sì, evidenziato da borse e occhiaie anche no.
Per non sembrare vittime di violenza domestica l’ideale sarebbero le creme a base di caffeina. L’alternativa de’ poveri possono sempre essere impacchi di camomilla e bustine di tè o un bel cucchiaino congelato da spiaccicare sotto l’occhio.
4. Look alla Play-mobil
Addormentarsi come Rapuzel e svegliarsi come Medusa potrebbe essere sconvolgente se non sei già perseguitata dal capello riccio. Ma anche per una Riccioli D’Oro DOC svegliarsi leccata da un cammello potrebbe essere un tantino traumatizzante.
100 colpi di spazzola dicevano le nonne. E Melissa P.
Tentar non nuoce e di certo non peggiora.
Nonostante impegno e ristrutturazione continui a sentirti (e dunque sembrare) Barbamamma mentre gira uno spot dei lines Nivea é?
Ti sarai scattata almeno un selfie pre/durante-fase-ancora-presentabile i festeggiamenti… così, giusto e per ricordarti (oggi!) di come eri (ieri)!